L’emergenza sanitaria si sta prolungando oltre ogni aspettativa, provocando paura, incertezza, ansia e depressione. Nelle situazioni di pericolo e di stress le persone generalmente cercano conforto nelle altre persone. Dal punto di vista evolutivo siamo infatti “programmati” a entrare in relazione con l’altro per tranquillizzarci e sperimentare sicurezza.

Questo avviene perché noi umani ci co-regoliamo grazie alla vicinanza e al contatto; abbiamo cioè la capacità di fungere l’un l’altro da regolatore emotivo. Questa regolazione reciproca ci permette di accedere alle nostre risorse interiori per adattarci a situazioni difficili e contrastare lo stress che esse comportano.

Paradossalmente, l’emergenza sanitaria in corso ci obbliga a fare proprio il contrario, poiché ci impone di rinunciare alla vicinanza con l’altro; ciò può comportare la messa in atto di processi neurobiologici meno adattivi, che alla lunga ci fanno ammalare.

E’ quindi importante trovare una ricarica emotiva che rafforzi la nostra capacità di adattamento alla situazione. La tecnologia, che in alcuni casi ci rende dipendenti, può invece aiutarci in questa particolare situazione; se usati in modo funzionale, lo smartphone e qualsiasi altro supporto digitale possono infatti aiutarci a entrare in connessione con gli altri e co-regolarci, seppure a distanza.

Molti psicologi – me compresa- stanno sperimentando queste nuove connessioni che possono fornire un adeguato supporto emotivo. L’effetto si amplifica quando ci si collega in gruppo; si crea una sorta di rete digitale che non è poi così virtuale come si potrebbe pensare. L’importanza che in essa rivestono lo sguardo e la voce (elementi centrali nella Teoria Polivagale di Porges) fa di questo strumento un valido supporto alla regolazione reciproca delle emozioni e, quindi, al rafforzamento della resilienza.

Percorso breve di regolazione emotiva

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