La Teoria Polivagale di Porges
Il termine stress è comunemente usato per descrivere uno stato di stanchezza, mancanza di forze, apatia e, spesso, vissuti depressivi. Dal punto di vista neurofisiologico esso è una ” risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso” (Selye), risposta generata per una stimolazione eccessiva o, al contrario, per un difetto di stimolazione.
Quando dobbiamo affrontare un compito nuovo e impegnativo, il nostro organismo mette in atto una serie di cambiamenti fisiologici per far sì che tale compito possa essere svolto in maniera efficiente. Si tratta di un’attivazione dell’organismo che, nelle dovute proporzioni, avviene anche quando ci troviamo di fronte a un pericolo. Una volta portato a termine il compito o quando il pericolo è cessato, il nostro organismo torna in una situazione di quiete. Se, però, il compito che dobbiamo affrontare è da noi ritenuto eccessivo in base alle nostre capacità o se una situazione pericolosa perdura nel tempo, lo stato di attivazione si prolunga e ciò può produrre effetti deleteri per la salute. La stessa cosa avviene quando si verifica un’insufficiente stimolazione, dovuta o a un compito troppo banale per le nostre capacità o a una situazione ambientale che non ci permette di attivarci in maniera adeguata (come durante l’isolamento dovuto all’emergenza sanitaria Covid).
Gli effetti dello stress sono noti da molto tempo ma oggi, grazie alla Teoria Polivagale di Porges (1994), possiamo spiegare come reagisce il nostro Sistema Nervoso Autonomo quando ci troviamo in situazioni stressanti o traumatiche. Si tratta di una teoria basata sul presupposto che c’è una comunicazione bidirezionale tra cervello e corpo. Questa teoria sostiene che nei mammiferi superiori esistono tre rami del Sistema Nervoso Autonomo, che mediano comportamenti diversi:
Il Sistema nervoso Simpatico, che media le reazioni di attacco-fuga: esso si attiva in risposta a stimoli/pericoli di fronte ai quali percepiamo inconsciamente di poter sopravvivere attaccando o, al contrario, fuggendo.
Il Sistema dorso-vagale (dal nome della porzione dorsale del nervo vago) che si attiva in risposta a situazioni nelle quali inconsciamente percepiamo di non poter sopravvivere lottando o sfuggendo. Questo sistema ci fa allora immobilizzare, perché nella nostra storia evolutiva questo comportamento ha rappresentato una buona strategia di sopravvivenza nei confronti dei predatori (l’immobilizzazione trasmette al nemico l’informazione che siamo morti e in natura gli animali difficilmente si nutrono di animali morti perché potrebbero rappresentare un rischio per la loro stessa sopravvivenza).
Il Sistema ventro-vagale, che ci permette di calmarci e di connetterci agli altri. Quest’ultimo circuito, nuovo dal punto di vista evolutivo, è proprio un sistema di “coinvolgimento sociale”, poiché consente il gioco e l’intimità tra le persone. Noi nasciamo infatti “programmati” per entrare in relazione con gli altri. E’ necessario però che le nostre esperienze infantili di sicurezza e accudimento abbiano consentito a questo sistema di strutturarsi in modo funzionale.
Quando, a causa di ripetuti traumi o situazioni di costante trascuratezza emotiva, questo sistema non funziona, si attivano gli altri due. Così facendo, se la situazione traumatica non si risolve, rimaniamo intrappolati in stati di paura e immobilizzazione, o in costanti agiti di attacco o fuga, che ci privano di fondamentali vissuti di sicurezza e, di conseguenza, di importanti esperienze relazionali.
La Teoria Polivagale sta avendo molte applicazioni cliniche, soprattutto nei casi di trauma evolutivo – cioè laddove, durante la crescita, si siano cronicizzate delle reazioni da stress che non permettono alla persona di sperimentare stati di sicurezza e di intrattenere relazioni sociali soddisfacenti. E’ infatti possibile intervenire anche da adulti per favorire una condizione di regolazione emotiva, che possafavorire vissuti di sicurezza e migliorare la relazionalità.
Diverse discipline con una metodologia precisa (fra le quali la Psicoterapia Espressiva integrata alla Danza Movimento Terapia) possono contribuire a regolare i propri stati emotivi a partire dalla loro componente somatica, al fine di migliorare l’adattamento a situazioni stressanti e promuovere un certo grado di resilienza.
Su questo argomento vi consigliamo di leggere:
Percorso breve di regolazione emotiva
Burnout e Benessere Aziendale
Disturbo da stress post-traumatico legato alla pandemia da Covid-19 (da State of Mind)

Se desiderate ulteriori informazioni o consigli su questo argomento potete scrivermi: monica.diamantini@libero.it
o telefonarmi (anche whatsapp) al n. 339 5087408
Bibliografia
De Felice F., Cioccolanti B., Il rischio di burnout negli operatori sociosanitari, Goliardiche, 1999, Bagnaria A. (UD).
Porges, S., La Teoria Polivagale, Giovanni Fioriti, 2014, Roma.